Diafano Veneziano
Trasmettere l’essenza di Venezia attraverso il metro quadro digitale di Chic Words è un compito che mi procura una sensazione di piacere e serenità svolgere. Mi consente infatti di scattare delle istantanee di flussi di pensieri che in questi anni mi hanno attraversato varie volte la mente come fulminee apparizioni, per poi disfarsi come nuvole all’irrompere del vento delle contingenze reali che mi riportano alla realtà come il lo squillo di un telefono, il rischio di cadere lungo un ponte o il volo radente di un gabbiano.
Osservando la collezione di scatti sui tramonti veneziani non convenzionali che ho iniziato a svelarvi qualche giorno fa: >>>Tramonti Veneziani non convenzionali, ho cercato di capire quale fosse la caratteristica comune del senso di bellezza che quelle visioni aveva suscitato in mente e mi avessero spinto a realizzare quelle fotografie. Rileggendo tale articolo mi sono resa conto di come tali immagini fossero diverse dalle istantanee iperdefinite, ipernitide e spesso anche ipersature di colori, che viaggiano attraverso i social network. Con il perfezionarsi della tecnologia dei smart phone e fotocamere digitali e anche di schermi digitali attraverso cui osservarle sempre più performanti, ciò che sta andando perduta è la meraviglia dello sfocato, dell’imperfezione, la profondità delle trasparenze traslucide, ovvero la ricchezza emozionale e sensoriale del Diafano Veneziano.
Uno dei tratti dell’essenza di Venezia
è il Diafano Veneziano
Osservare la città attraverso layer sovrapposti e caratterizzati da texture e rumore visivo, sonoro o emotivo diventa un modo per rendere la prospettiva e il viaggio che la luce del paesaggio compie prima di arrivare allo strumento fotografico, riportando delle tracce della storia di tale percorso. E cercando la definizione di diafano ho scoperto come per molti versi questo concetto rappresenti anche me stessa, come potete leggere qui: >>>definizione di diafano dal dizionario italiano.